Ormai sempre più persone accedono al proprio home banking da smartphone o da web, la pandemia ha consolidato ed accelerato questa tendenza.

Le operazioni possibili dall’home banking.

Una delle comodità maggiori dell’home banking è quella di garantire un gran risparmio di tempo e “giri a vuoto” per svolgere tutte quelle azioni che normalmente si sarebbero fatte in presenza, avere un riscontro immediato delle operazioni come ad esempio il bonifico, tenere sott’occhio bilancio familiare, valutare e gestire le entrate e uscite.

Di contro il poter monitorare i propri investimenti autonomamente e in tutta tranquillità ha fatto sì che tale vantaggio, in alcuni casi, diventasse un’ossessione. Il covid ci ha portato a stare di più a casa ma come non ha senso “farsi quotare il valore dei propri immobili ogni giorno” non ha senso guardare gli andamenti dei mercati troppo frequentemente. Infatti proprio la volatilità degli ultimi 18 mesi ci insegna che sebbene la tecnologia sia un utile alleato, per altri versi può portare a comportamenti irrazionali e dettati solo dall’emotività del momento. Ma non solo….

Le frodi più frequenti:

Oltre alla possibile e potenzialmente ansiogena abitudine di controllare troppo frequentemente gli andamenti del proprio patrimonio, il fatto di poter interagire con la banca a distanza ha creato dei nuovi pericoli. Di seguito vediamo i più frequenti:

1)     Phishing

Si tratta principalmente di messaggi di posta elettronica ingannevoli: apparentemente al cliente arriva per email una comunicazione della banca che richiede conferma delle proprie credenziali e nel messaggio di richiesta viene indicato un link di collegamento che apparentemente è quasi del tutto identico a quello della banca, ma in realtà nel momento in cui il cliente inserisce i propri dati questi diventano di dominio dei truffatori. Si tratta della truffa più comune, ma ancora comunque efficace e per difendersi bisogna tenere a mente diverse cose:

–         La banca non chiederà mai le credenziali ai clienti

–         In questi casi l’indirizzo di provenienza dell’email non è quello ufficiale della banca

–         La pagina a cui si viene indirizzati non contiene link o elementi tipici di un sito bancario è solo una pagina con elementi essenziali

2)     Sim swap

Una volta che i truffatori sono riusciti a carpire le credenziali di accesso ad internet e del numero di cellulare chiedono all’operatore telefonico della vittima l’emissione di una nuova sim dello stesso numero, da questo momento sono perfettamente in grado di controllare le comunicazioni.

Semmai si dovesse sospettare di essere vittima di questo attacco è bene chiamare il prima possibile il Servizio Clienti della banca per bloccare temporaneamente l’operatività e chiamare il gestore telefonico per informarlo della truffa in modo da procedere quanto prima al blocco dello scambio della sim.

3)     Smishing:

Ossia la variante di un attacco phishing utilizza i messaggi SMS per far cadere in trappola il correntista.

Nelle prime versioni lo smishing consisteva nell’invio messaggi di testo con un tono urgente per richiedere informazioni riservate all’utente. Ma ora c’è di più: nelle ultime varianti questi hacker hanno scoperto il modo di usare versioni modificate di normali applicazioni scaricabili dai vari app store per installare sullo smartphone della vittima un software malevolo in grado di simulare la ricezione di un messaggio SMS; il risultato è che tali messaggi appaiono in coda a quelli ufficiali della banca, traendo molto più in inganno l’utente.

Anche in questo caso il consiglio è: diffidare dai messaggi in cui vengono richieste credenziali.

Si può dire che se da un lato uso delle app e dell’home banking sia un trend positivo e sempre più in espansione, di pari passo crescono e si affinano le possibilità di cadere in bias (comportamenti) di finanza comportamentali sui nostri investimenti e in bias che ci fanno cadere nelle trappole di truffatori. Pian piano come per tutte le cose riusciremo a fare dell’home banking uno strumento sempre più efficiente e a nostra misura. Ma se ci dovesse essere un dubbio, sempre meglio chiamare il proprio consulente finanziario.